Pratiche cinematografiche di condivisione del sapere. Gli home movies tra memoria e oblio

A cura di Karianne Fiorini

giovedì 04 aprile 2024

Il patrimonio filmico costituito dai cosiddetti film di famiglia (β„Žπ‘œπ‘šπ‘’ π‘šπ‘œπ‘£π‘–π‘’π‘ , π‘“π‘–π‘™π‘š 𝑑𝑒 π‘“π‘Žπ‘šπ‘–π‘™π‘™π‘’) è ormai da diversi decenni al centro delle attenzioni nell’ambito delle pratiche archivistiche e artistiche e della ricerca accademica, sia in Italia che a livello internazionale. Varcando le soglie degli archivi che si occupano con scrupolo e passione del loro recupero – attraverso le attività di restauro, digitalizzazione e catalogazione – questi film vengono quindi “sradicati” dal loro contesto originario, la famiglia: da documenti filmici concepiti e fruiti in una ristretta cerchia famigliare, si trasformano in patrimonio culturale a disposizione della collettività. Ripercorrendo le tappe del nuovo percorso di vita di alcuni di questi film, e soffermandosi sulle pratiche d’archivio e le possibilità di riuso e rielaborazione, l’incontro vuole porre l’attenzione sulla molteplicità di sguardi, letture e riflessioni che si schiudono alla loro visione.

 

Karianne Fiorini si occupa di film di famiglia dai primi anni Duemila, nella veste di archivista, ricercatrice e curatrice indipendente. Tra il 2003 e il 2015 è tra i fondatori e responsabili di Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna, per poi dedicarsi all'elaborazione dei percorsi di formazione Re-framing home movies - Residenze in archivio dedicati al riuso creativo dei film di famiglia, e alla formazione in ambito accademico. Dal 2023 è docente di Storia e fonti del documento audiovisivo nell'ambito della Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari dell'Università Sapienza di Roma e dal 2020 è Presidente di Re-framing home movies - Associazione nazionale per la salvaguardia e la valorizzazione dei film di famiglia e delle memorie audiovisive private.

 

Pratiche cinematografiche di condivisione del sapere è un ciclo dedicato al cinema di confine, un cinema che mette al centro l’esperienza dello spettatore e la sua percezione come dimensione indispensabile nella creazione dell’opera stessa. Centrale è l’esperienza cinematografica in quanto esperienza sensoriale e corporea che interroga le immagini in movimento come testo fluido e come momento d’incontro unico e irripetibile. Cinema come dimensione ipnotica e onirica, cinema della memoria, cinema come corpo e movimento e cinema come soglia tra reale e finzione. Gli incontri si articoleranno su due movimenti dove alla dimensione di ascolto, visione e analisi delle opere scelte dai relatori seguirà un momento di scambio sulla base delle suggestioni e degli interrogativi suscitati dall’esperienza cinematografica stessa.

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