John Wilmot, conte di Rochester, è ormai salutato dalla critica come uno dei migliori poeti del Seicento inglese. Figura di spicco del palazzo di re Carlo II, croce e delizia dei suoi cortigiani, che temevano la sua penna assai più che la sua spada, a Rochester è sempre stata riconosciuta una forza espressiva non comune, anche da parte dei suoi numerosi detrattori. A questa fama, tuttavia, si è puntualmente accompagnato un certo imbarazzo, e la vita del conte, condotta all’insegna dell’eccesso e della dissacrazione, è stata oggetto del più vivo scandalo: di lui si disse che “con un compiaciuto disprezzo per l’ordine e per la decenza, […] visse senza onore e senza utilità, scialacquando in un lampo gioventù e ricchezze in un’ossessiva ricerca del piacere”. Ogni tratto del suo carattere ha un preciso riflesso nel contenuto dei suoi versi, sempre caustici ed elegantissimi, in cui il paradosso e la critica dei costumi si sposano a volte alla più sboccata volgarità.
Scritti ribelli
Erotismo e satira tra medioevo ed età moderna
Nel corso della Storia, erotismo e satira si sono ritrovati a condividere fianco a fianco numerosi spazi tra le pagine dei libri. I due generi letterari hanno forti tratti comuni: il gusto per l’indicibile e il dissoluto, una certa diffidenza nei confronti del pensiero dominante, la preferenza per un linguaggio ardito, diretto, e spesso originale e creativo. Queste peculiari caratteristiche hanno assicurato loro un ampio successo di pubblico in ogni tempo e luogo, ma sono anche le stesse che hanno attirato sui loro ammiratori le sgradevoli attenzioni di censori e moralisti.
In questa breve serie di incontri, muovendoci tra Oriente e Occidente, conosceremo autori e opere letterarie che, pur tanto diversi tra loro per lingua, sensibilità ed epoca storica, hanno fatto della provocazione il loro mestiere.
Federico Franchin è conferenziere e articolista. Dopo una breve carriera universitaria nell’ambito della musicologia ha iniziato ad appassionarsi alla filosofia e alla letteratura cinese e giapponese, di cui frequenta da anni, in traduzione, le opere principali. Collabora regolarmente con le riviste La tigre di carta e Storie sepolte, oltre che con l’Associazione Sinergie Culturali di San Donato Milanese.