Pratiche letterarie di condivisione del sapere. Raymond Carver. L'intagliatore di parole

A cura di Alessandro Rivali

giovedì 26 settembre 2024

“Mi interessa quello che la gente riesce a fare per risollevarsi quando è finita a terra”

Alla sua morte Raymond Carver (1938-1988) fu definito il Čechov d’America per la sua straordinaria capacità di leggere il cuore dell’uomo con i suoi racconti essenziali e così carichi di verità. È considerato il padre della letteratura “minimalista”, anche se non amava questa etichetta e preferiva definirsi un “precisionista”. Per Carver la letteratura “può farci capire cosa ci vuole per essere davvero umani, per essere qualcosa di più grande di quello che in effetti siamo, qualcosa di meglio”.  Per dare vita alle sue short stories faceva ricorso a un linguaggio chiaro e preciso, “un linguaggio usato in modo da infondere vita a dettagli che illuminino il racconto al lettore. Perché i dettagli siano concreti e carichi di significato, è essenziale che i linguaggio sia dato in maniera quanto mai accurata e precisa”. Al centro della sua narrativa spesso ritornano i conflitti di coppia: “Personalmente, ho una serie di ossessioni a cui tento di dare voce: le relazioni fra uomini e donne, il motivo per cui spesso perdiamo le cose a cui teniamo di più, il cattivo uso delle nostre risorse interiori. Mi interessa molto anche la capacità di sopravvivenza, quello che la gente riesce a fare per risollevarsi quando è finita a terra”.

Se è in Italia è consolidata la fama del Carver narratore, resta più in ombra la poesia, a cui peraltro teneva moltissimo e non a caso “poet” è proprio la prima parola che leggiamo sulla sua tomba. Nel suo intervento Alessandro Rivali affronterà in modo particolare questo versante dell’opera di Carver, ricordando gli snodi della sua esistenza che tanto hanno influito sulla sua scrittura.

Come ha scritto Carol Sklenicka, la sua biografa, “Carver ha scritto di sopite crisi interiori frutto di sfortuna o di negligenza, più che di cattive intenzioni. Erano territori ben noti a chi, come lui, vi aveva trascorso gran parte della vita”.

 

Alessandro Rivali è nato a Genova nel 1977. I suoi libri di poesie sono La riviera del sangue (Mimesis 2005), La caduta di Bisanzio (Jaca Book 2010) e La terra di Caino (Mondadori 2021). Ha pubblicato i libri intervista Giampiero Neri. Un maestro in ombra (Jaca Book 2010) e Ritorno ai classici. Una conversazione con Giampiero Neri (Ares 2020). Ha curato le lettere inedite di Eugenio Corti dal fronte russo (Io ritornerò, Ares 2015). Ho cercato di scrivere Paradiso (Mondadori 2018) raccoglie le conversazioni con Mary de Rachewiltz, la figlia di Ezra Pound. Il suo primo romanzo è Il mio nome nel vento (Mondadori 2023).

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