Clarice Lispector (1920-1977) è una delle voci più importanti e originali della letteratura brasiliana del secondo Novecento. La sua scrittura, che intreccia linguaggio poetico, narrativo e filosofico, porta il segno di un radicale straniamento e si avventura in un continuo attraversamento di confini: fra l’umano e l’animale, fra la realtà e l’immaginazione, fra vissuto interiore dei personaggi e relazioni umane, fra modernismo europeo e cosmologie indigene. A partire da Vicino al cuore selvaggio, primo romanzo scritto a ventitré anni che ottenne subito un enorme successo, Lispector mette in scena un mondo emotivo e percettivo in continuo mutamento e sull’orlo dell’assurdo, arrivando in La passione secondo G.H. a raccontare l’esperienza surreale che porta la protagonista a mangiare uno scarafaggio, mentre in Acqua viva la voce narrante si immerge in un flusso ritmico e onirico di immagini e meditazioni sul tempo, sul corpo, sulla perdita e sulla gioia.
Alberica Bazzoni è ricercatrice in Critica letteraria e letterature comparate all’Università per Stranieri di Siena e Hon. Research Fellow all’Università di Oxford. Ha conseguito il dottorato in letteratura italiana all’Università di Oxford e ha poi svolto incarichi di ricerca e insegnamento nel Regno Unito e in Germania. È autrice di Il presente vivo. Temporalità del divenire e del trauma in Lispector, Ortese e Philip (Mimesis 2025) e di Scrivere la libertà: corpo, identità e potere in Goliarda Sapienza (ETS 2022). I suoi interessi di ricerca vertono sulle letterature comparate, la teoria della letteratura, la traduzione e gli studi femministi, queer e decoloniali. La sua ricerca più recente esplora gli immaginari letterari del trauma e della resistenza.
Inaugura la quarta stagione del ciclo Scrittrici dell'altro mondo un programma di incontri volto a divulgare il pensiero, la poetica e la pratica di alcune autrici del Novecento e contemporanee: Clarice Lispector, Getrude Stein, Donna Haraway, Antonia Pozzi, Mariana Enríquez, Lalla Romano, Ali Smith, Grazia Deledda, Ágota Kristóf. Nove percorsi biografici in cui i confini tra arte e vita si fondono fino a diventare invisibili e manifestarsi in un'unica pratica artistica di vita. Intrecciando letteratura, filosofia e arte queste autrici si rendono capaci di sovvertire la norma per disegnare possibili mondi altri. Per ognuna di queste figure, le scelte prese come soggetto privato diventano così una possibilità di immaginazione politica radicale il cui eco risuona fino ai nostri giorni.
A condurre il ciclo saranno ricercatrici provenienti da differenti discipline, chiamate a portare il proprio sguardo secondo differenti prospettive e sensibilità. Le une e le altre, figure differenti ma, ognuna a suo modo, in grado di infrangere la fissità del "migliore dei mondi possibili" in una molteplicità di mondi altri.