Gertrude Stein ha saputo intrecciare vita e esperienza nei suoi testi fino a diventare una figura sacra della cultura di inizio Novecento. A partire da Autobiografia di Alice B. Toklas (1933) e Autobiografia di tutti (1937), che insieme formano la sua stessa autobiografia, indagheremo il modo in cui Stein ha saputo scandagliare la frammentazione della soggettività moderna. Parleremo anche del suo ritratto di Picasso (1938), una sorta di ideale contraltare di quei testi, che interroga l'identità maschile al tempo delle avanguardie. Attraverso un approccio ironico e una scrittura che aderisce alla vita tramite l'andamento della lingua parlata, Stein sovverte la narrativa biografica.
Camilla Pietrabissa è docente di Storia dell'Arte Moderna all'Università di Venezia. Fa parte del centro di ricerca Labim – Laboratorio dell'Immagine dell'Università IUAV, e della redazione del progetto collaborativo di edizione critica online dell'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert. Ha scritto numerosi saggi e articoli sull'arte moderna in prospettiva ecocritica, sulla dimensione spaziale dell'arte e sulla teoria dei media artistici.
Inaugura la quarta stagione del ciclo Scrittrici dell'altro mondo un programma di incontri volto a divulgare il pensiero, la poetica e la pratica di alcune autrici del Novecento e contemporanee: Clarice Lispector, Getrude Stein, Donna Haraway, Antonia Pozzi, Mariana Enríquez, Lalla Romano, Ali Smith, Grazia Deledda, Ágota Kristóf. Nove percorsi biografici in cui i confini tra arte e vita si fondono fino a diventare invisibili e manifestarsi in un'unica pratica artistica di vita. Intrecciando letteratura, filosofia e arte queste autrici si rendono capaci di sovvertire la norma per disegnare possibili mondi altri. Per ognuna di queste figure, le scelte prese come soggetto privato diventano così una possibilità di immaginazione politica radicale il cui eco risuona fino ai nostri giorni.
A condurre il ciclo saranno ricercatrici provenienti da differenti discipline, chiamate a portare il proprio sguardo secondo differenti prospettive e sensibilità. Le une e le altre, figure differenti ma, ognuna a suo modo, in grado di infrangere la fissità del "migliore dei mondi possibili" in una molteplicità di mondi altri.