Il cinema si è sempre interessato a sonnambuli e sognatori. Eppure, non è semplice capire come le immagini materiali possano somigliare ai sogni. Alcuni autori hanno cercato di replicare in immagini e sovrimpressioni la bizzarria dei sogni (dal primo film psicoanalitico di Pabst alle esplorazioni nell’inconscio di Lynch, passando per i sogni hitchcockiani scenografati da Dalì); altri hanno equiparato lo schermo del sogno e quello del cinema (Buster Keaton, ma anche il cinema terapeutico di Les Mystères des roches de Kador di Léonce Perret del 1912); infine, le recenti produzioni di realtà virtuale sembrano le più adatte a replicare il carattere immersivo delle immagini oniriche (come ad esempio The Key di Céline Tricart). In un percorso a metà strada tra cultura visuale e archeologia dei media, cercheremo di capire come l’inconscio possa esteriorizzarsi e diventare immagine mediale e collettivamente esperibile.
Giancarlo Grossi è ricercatore di Cinema, fotografia, televisione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si occupa dal punto di vista dell’ archeologia dei media dell’ intersezione tra cinema e psicologia. Tra le sue pubblicazioni, i libri Le regole della convulsione. Archeologia del corpo cinematografico (Meltemi, 2017) e La notte dei simulacri. Sogno, cinema, realtà virtuale (Johan & Levi, 2021).
Pratiche cinematografiche di condivisione del sapere è un ciclo dedicato al cinema di confine, un cinema che mette al centro l’esperienza dello spettatore e la sua percezione come dimensione indispensabile nella creazione dell’opera stessa. Centrale è l’esperienza cinematografica in quanto esperienza sensoriale e corporea che interroga le immagini in movimento come testo fluido e come “evento” unico e irripetibile. Cinema come dimensione ipnotica e onirica, cinema della memoria, cinema come corpo e movimento e cinema come soglia tra reale e finzione. Gli incontri si articoleranno su due movimenti dove alla dimensione di ascolto, visione e analisi delle opere scelte dai relatori seguirà un momento di scambio sulla base delle suggestioni e degli interrogativi suscitati dall’esperienza cinematografica stessa.