Uno dei paradigmi genetici della cultura cinematrografica è quello di un’arte capace di restituire trasparentemente la realtà: rappresentare per farci vedere come le cose sono. Ma è davvero possibile? Nel regime smart dell’informazione, dove ogni esperienza e ogni angolo di mondo sono potenzialmente comunicabili e a portata di like, il cinema sembrerebbe chiamato invece a lavorare su quello che altri linguaggi letteralmente rimuovono: inquadrare, osservare, e persino raccontare, sono sempre atti di trasfigurazione, in cui ci è tanto più possibile lambire la flagranza irriducibile del reale, quanto più siamo capaci di abbracciare la dimensione inconscia delle immagini. Montaggio, straniamento e fuori campo concorrono a definire l’epifania relazionale del dispositivo cinema: mentre noi guardiamo il mondo, il mondo ci ri-guarda.
Marco Longo, produttore creativo per Berenice Film, si occupa di documentario e progettazione transdisciplinare, con attenzione al dialogo tra cinema e arti performative. Insegna materie audiovisive al CISA di Locarno, all’ICMA di Busto Arsizio e collabora con la Civica Scuola di Cinema L. Visconti, la Fondazione San Fedele, il Locarno Film Festival. È programmer per FuoriFormato Festival a Genova, e redattore della rivista online Filmidee.
Pratiche cinematografiche di condivisione del sapere è un ciclo dedicato al cinema di confine, un cinema che mette al centro l’esperienza dello spettatore e la sua percezione come dimensione indispensabile nella creazione dell’opera stessa. Centrale è l’esperienza cinematografica in quanto esperienza sensoriale e corporea che interroga le immagini in movimento come testo fluido e come momento d’incontro unico e irripetibile. Cinema come dimensione ipnotica e onirica, cinema della memoria, cinema come corpo e movimento e cinema come soglia tra reale e finzione. Gli incontri si articoleranno su due movimenti dove alla dimensione di ascolto, visione e analisi delle opere scelte dai relatori seguirà un momento di scambio sulla base delle suggestioni e degli interrogativi suscitati dall’esperienza cinematografica stessa.