Dopo la caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989 nel giro di poco meno di un anno la Repubblica Democratica Tedesca, nata dalla divisione della Germania nel 1949, venne cancellata dagli atlanti geografici e minaccia oggi di essere cancellata anche dalla nostra memoria storica. Si trattò, in realtà, di un’esperienza politicamente fallimentare ma culturalmente assai ricca e complessa che merita di essere ripercorsa, come si proverà brevemente a fare in questo incontro. Si focalizzerà in particolare sul ruolo di assoluta importanza che lo stato socialista attribuì, soprattutto nel suo slancio utopico iniziale, agli artisti e agli scrittori che venivano considerati i portavoce delle più nobili intenzioni della giovane Repubblica tedesca. E gli scrittori presero sul serio questo loro compito, diventando, nel corso del tempo, gli osservatori critici di un processo involutivo che culminerà con il tracollo dell’intero sistema. Attivi fautori, all’inizio, della “costruzione del socialismo”, molti autori diventeranno, a partire soprattutto dagli anni Settanta, animatori del dissenso civile da cui scaturiranno nell’89 i grandi movimenti di rivolta contro il regime.
Eva Banchelli ha insegnato Letteratura tedesca nelle università statali di Milano e di Bergamo. Autrice di numerosi saggi su autori e aspetti della letteratura del Novecento tedesco, ha anche tradotto opere di Hermann Hesse, Alfred Döblin, Eduard von Keyserling, Franz Hessel. Alla letteratura della Germania dell’Est dopo l’89 ha dedicato numerosi saggi apparsi in varie lingue e il volume Taste the East. Linguaggi e forme dell’Ostalgie (2006).
